Ostia – “Come sindacato ci sentiamo in dovere verso i lavoratori e la cittadinanza di lanciare l’allarme della carenza di personale drammatica in cui verso l’ospedale Grassi. La situazioni già adesso è insostenibile con attività di reparto in cui gli infermieri lavorano in condizioni di stress continuo in quanto ai minimi assistenziali e molto spesso si fanno doppi turni, infermieri demansionati per la carenza di operatori socio sanitari. Non osiamo immaginare cosa potrà accadere a giugno quando cominceranno le ferie estive.

Fino ad ora il grande senso di responsabilità degli operatori ha permesso che l’ospedale si reggesse in piedi, ma quando si tira troppo la corda si rischia che si spezzi, ed a pagarne le conseguenze non sono solo gli operatori ma anche i cittadini. Cosa deciderà di fare l’azienda? Chiudere o accorpare i reparti? Siamo contrari a questa soluzione perché Ostia, che raggiunge una popolazione fino ad un milione di persone nel periodo estivo, significherebbe creare il caos in un contesto dove già nel periodo invernale i posti letto/servizi sono insufficienti.

La Uil Fpl chiede che l’azienda, in concerto con la Regione Lazio, in via eccezionale per la Asl Roma 3 che a differenza di altre Asl triplica la sua popolazione nel periodo estivo, procedano all’assunzione di 100 operatori tra infermieri e o.s.s.. Naturalmente no alle cooperative perché le esternalizzazioni a nostro avviso oltre che aumentare i costi portano a stipendi molto inferiori dei loro colleghi già strutturati. Infine facciamo un appello ai cittadini, movimenti, associazione (che nel caso del laboratorio analisi del G.B. Grassi si sono uniti a noi sindacati riuscendo a sospendere il trasferimento al San Camillo), ad unirsi in questa nostra battaglia perché la sanità è un bene di tutti”. E’ quanto si legge in una nota di Uil Fpl Asl Roma 3.