Ostia - «Quello verificatosi ieri a Ostia è il terzo caso di violenza domestica accaduto in una settimana. Per fortuna le forze dell’ordine, che stanno svolgendo un ottimo lavoro sul territorio, sono intervenute appena in tempo, facendo scattare le manette per l’uomo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali volontarie. Occorre invece un’attenzione maggiore da parte delle Istituzioni».  Lo dichiara Cinzia Pellegrino, referente romana dell’ Area per la tutela Vittime della violenza per Fratelli d'Italia. «Sul tema della violenza di genere – aggiunge Pellegrino - aldilà di qualche trionfale comunicato stampa delle Commissioni regionali alle pari opportunità e al bilancio, ad oggi abbiamo assistito, sia da parte del Comune di Roma che dalla Regione Lazio, solo a della sterile propaganda tramite audizioni e provvedimenti spot. Non vi è ancora traccia di risposta alle principali criticità sollevate dalle associazioni verso la proposta di legge regionale contro la violenza di genere, che continua a fare la navetta da una commissione all’altra, tra un emendamento e un altro, senza concretizzarsi mai. Non c’è più tempo da perdere. Bisogna investire sulla prevenzione, potenziare i centri antiviolenza, rendere davvero certe e sicure la pene».

 

«Auguriamo alla donna - dice Barbara Benedettelli, responsabile nazionale dell’Area tutela Vittime - di riprendersi presto e auspichiamo che venga tutelata la sua incolumità e quella dei suoi bambini, a loro volta vittime innocenti, essendo stati spettatori inconsapevoli della scena; la violenza assistita è ora un’aggravante, grazie alla recente legge sul contrasto alla violenza di genere. Questo dovrebbe rafforzare la pena. Ma è anche necessario un contestuale e immediato trattamento psicologico sul reo o sarà tutto inutile. Ci auguriamo, inoltre, che la recidività dell’uomo sia motivo per trattenerlo in carcere, senza che alcun giudice si sogni di concedergli i domiciliari. La certezza della pena – conclude Benedettelli - è garanzia di libertà. Chi ha commesso un reato, per altro così grave, deve scontare fino all’ultimo giorno una condanna certa, universalmente accettata e proporzionata al crimine commesso».