Ostia - “Il concerto di Nico Pandetta previsto a Ostia per il 17 settembre rappresenterebbe un oltraggio alle vittime innocenti di mafia e ai loro familiari e una ferita alla memoria condivisa della nostra Repubblica.

Le responsabilità del cantante catanese non derivano dall’essere il nipote di Turi Cappello, uno dei boss più sanguinari condannato all’ergastolo ma dall’aver elevato lo zio mafioso a modello ed esempio di vita. Zio Turi, l’uomo a cui Nico Pandetta rende omaggio con la sua melodia tributandogli perfino il titolo di “padre di Catania” è stato uno dei protagonisti della guerra di mafia che ha insanguinato il capoluogo etneo tra il 1986 e i primi anni 90.

Leggendo i testi di alcune sue canzoni si ricava con chiarezza il modello etico che il cantautore propone ai suoi ascoltatori a partire dalla sua condanna per spaccio di droga. Concerti con testi e dichiarazioni a favore dei boss, sostegno ai carcerati con il regime del 41 bis e accuse ai collaboratori di giustizia che delineano uno spazio attraverso cui veicolano messaggi di sottocultura mafiosa. Il rischio è di sottovalutare il potere di persuasione nei confronti dei ragazzi a cui mancano i filtri culturali per difendersi da vere e proprie forme di apologia del mondo criminale trasmesse attraverso l’uso sapiente di generi musicali e social network.

Gli organizzatori del concerto si rendano conto dell’errore commesso e annullino l’esibizione, per di più previsto in uno spazio pubblico, di un cantante che offende la sensibilità di una comunità che conosce sulla propria pelle la pericolosità di una presenza della criminalità organizzata nel proprio territorio da cui tenta con orgoglio di liberarsi, sostenendo l'azione splendida delle Forze di Polizia e della Magistratura".

Così in una nota Gianpiero Cioffredi, Presidente dell'Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio.