Ostia - "Il Bilancio previsto dal Campidoglio per i Municipi è uno schiaffo in faccia ai cittadini, al poco decentramento che abbiamo ottenuto nel Decimo e a qualsiasi promessa di maggiore autonomia da parte della Sindaca. La Raggi a fine mandato professa finalmente di voler giustamente riformare la Capitale e la sua governance, ma poi manda un bilancio il 24 dicembre chiedendo che venga approvato entro il 4 gennaio, con sei giorni festivi in mezzo e dei tempi ridicoli per l'approfondimento nelle commissioni che azzerano di fatto qualsiasi possibilità di confronto da parte dei parlamentini. Come si fa allora a credere sinceramente ad una volontà di dare più autonomia ai territori del movimento cinquestelle, se poi i consigli democraticamente eletti vengono trattati così, senza alcun reale interesse alla condivisione, all'ascolto delle opposizioni e all'approfondimento democratico dei temi?". E' quanto dichiara Andrea Bozzi, capogruppo di "Sogno Comune" in Municipio.

"L'altro schiaffo - aggiunge - è naturalmente quello insito nel Bilancio stesso, che presenta dei drammatici tagli lineari in tutti i settori, dal verde, alle strade, ai servizi. Pur comprendendo le minori entrate del Comune a causa della pandemia, resta scioccante constatare senza alcuna possibilità di confronto che nel Municipio X viene tolto più di mezzo milione di euro per il sociale, mentre per la gestione delle spiagge le risorse rispetto allo scorso anno sono praticamente dimezzate e non si capisce come si potrà farlo nel prossimo anno. E avere una delega sulle spiagge, appunto, ma non avere risorse umane ed economiche per gestirle non serve a nulla e rappresenta anzi un insulto alla poca Autonomia che abbiamo conquistato con anni di battaglie".

"Continueremo a lottare - conclude Bozzi - per una vera riforma della Capitale che porti sulla strada dell'Autonomia, dei Comuni Urbani sul modello delle grandi capitali europee e lo faremo anche contrastando la propaganda facile di chi poi però, al dunque, si dimostra totalmente nemico della cessione dei poteri, ma semplicemente artefice di un centralismo capitolino che ha fatto da anni il suo tempo, che non funziona come sanno bene tutti gli amministratori municipali di ogni colore e che è uno dei principali motivi del declino della Capitale".