Ostia – Prosegue lo stato di agitazione degli imprenditori balneari che anche in occasione della Giornata dei Partners che si è svolta martedì scorso allo stabilimento Marechiaro di Ostia sul tema “Verso il Waterfront. Prospettive di sviluppo per il turismo balneare”, su iniziativa di Assobalneari Roma, sono tornati a chiedere al governo, alla presenza del sindaco Gianni Alemanno, “una concessione demaniale da 10 fino a 30 anni in cambio di alcuni interventi in project financing legati al Waterfront” come opere infrastrutturali, strade e piani a tutela della costa. Questa la proposta degli operatori di Assobalneari Roma.


Ma anche le altre principali associazioni di categoria, che rappresentano il 95% degli imprenditori italiani, sono in stato di agitazione. E non si ritengono affatto soddisfatte di aver ottenuto una proroga di soli cinque anni prima che scatti la cosiddetta procedura di evidenza pubblica, ovvero la messa all’asta delle concessioni secondo la direttiva Bolkenstein voluta dall’Unione europea già da qualche anno. Allo stato attuale, dopo aver ottenuto una proroga della scadenza fino al 31 dicembre del 2020, tutto è bloccato. E il governo ancora non c’è.


E spetterebbe proprio al nuovo governo, come ripetutamente richiesto, sedere prima ad un tavolo con i sindacati – Sib-Confcommercio, Fiba-Confesercenti, Assobalneari Italia-Confindustria i tre principali -, ascoltare ragioni e soluzioni, visto che le strategie in questo caso risulterebbero comuni, e intervenire quindi con la Ue. E chiedere poi concessioni di più ampio respiro, che diano la possibilità alle imprese di riprendersi dallo stallo attuale, dovuto a questa situazione ed anche dalla crisi economica incombente. “In Spagna”, fanno sapere al Sib, “è stato lo stesso governo che si è adoperato per una proroga di 75 anni”.


Gli imprenditori, del resto, lo ripetono da sempre: la messa all’asta frena gli investimenti con conseguenze devastanti non soltanto per le singole aziende, per lo più piccole e medie imprese a conduzione familiare, ma anche per l’intero comparto turistico, asset strategico per l’economia nazionale. Al momento, dunque, sono in attesa che il nuovo governo possa ascoltare le loro istanze. Mentre si annuncerebbe una ennesima stagione all’insegna della crisi.