Ostia - "Vox clamantis in deserto". Gli appelli lanciati negli ultimi mesi dai rappresentanti di categoria sono rimasti pressochè inascoltati. Roma vanta il primato delle chiusure di esercizi di vicinato e il X Municipio - dove per ogni negozio che apre, tre abbassano la saracinesca - non fa certo eccezione. Di questo passo, già il prossimo anno avremo una città desertificata. Ad Ostia, anche in piena estate, ogni giorno assistiamo alla chiusura di bar, ristoranti e locali. Le strade diventano più buie e meno sicure. La recessione economica e il conseguente calo dei consumi, il razionamento dell'accesso al credito, l’accumulo di sofferenze e insolvenze, stanno riducendo sul lastrico i commercianti del litorale. L'indebitamento patologico spesso porta a ricorrere al “credito illegale” e molti esercenti diventano vittime degli strozzini. Ormai siamo a un passo dal baratro. Torno a chiedere al sindaco Marino - estendendo l'invito anche al presidente del X Municipio Tassone - di convocare al più presto un tavolo di concertazione con i rappresentanti delle categorie imprenditoriali per iniziare a 'programmare' il futuro di questo territorio. Negli ultimi vent'anni i nostri amministratori non hanno fatto altro che 'progettare', senza mai portare a compimento una sola opera di pubblica utilità rivolta al rilancio e allo sviluppo del litorale". Questo l’appello di Luca Capobianco, presidente di Ascom litorale