Accolto il ricorso presentato al Tribunale di Roma, Sezione Distaccata di Ostia, la Federazione Italiana di nuoto può accedere di nuovo al Polo Natatorio realizzato in occasione dei Campionati Mondiali dell’estate 2009.

Subito dopo essersi vista chiudere i cancelli in faccia, lo scorso 6 dicembre 2009, da parte della società Ati e della ditta costruttrice Marziali, la Fin si era rivolta al Tribunale lamentandosi per un provvedimento inaspettato e illegittimo, avanzando quale motivazione al ricorso la pericolosità determinata dalla presenza nella struttura di materiali a rischio di esplosione e la necessità per la Fin di provvedere alle quotidiane opere di manutenzione.

Il 23 dicembre è arriva la risposta della Sezione di Ostia che ha ordinato l’immediata riapertura del Polo in favore della Federazione. Ma proprio questa sentenza fissa l’appuntamento per quello che sarà l’ennesimo atto della vicenda degli impianti dei Mondiali di Nuoto. Il 7 gennaio infatti il Tribunale attende in aula sia la Fin che le imprese responsabili dei lavori del Polo natatorio di Ostia.

Come ci spiega la dott.ssa De Jesus del Laboratorio di Urbanistica XIII, resta ancora da chiarire «perché una struttura di proprietà esclusiva del Comune di Roma, dunque della collettività, e di cui la cittadinanza dovrebbe poter usufruire, venga gestita da un ente, la Fin appunto, non in regola con i pagamenti dovuti. Già il 3 aprile – continua De Jesus – avevo fatto notare in diretta televisiva che un’ordinanza del Consiglio dei Ministri non consentiva alla Federazione di usufruire di questo impianto proprio perché i lavori non erano stati terminati entro il termine stabilito, e pertanto rimaneva in possesso del Comune». Lavori che, oltretutto, hanno richiesto ben il doppio della somma inizialmente preventivata, vale a dire 26 milioni di euro e non più 13. «Sono mesi che denunciamo questi fatti su cui la Procura di Roma sta indagando – continua l’Urbanista di Labur XIII – ci siamo anche recentemente indignati che il Presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani, e tutta la maggioranza del centro destra, abbiano bocciato in aula municipale un documento presentato dall’allora capogruppo del Pd Paolo Orneli, che chiedeva l’impegno della Giunta e del Consiglio di controllare l’esistenza dei collaudi necessari per fare aprire al pubblico un centro federale come quello di Ostia». Dai documenti del Coni infatti emerge addirittura che la piscina misurerebbe 51,50 metri e non 50 come invece dovrebbe essere.

«Dunque – si legge nel comunicato del Laboratorio – ha fallito il Commissario Delegato, indagato per abusivismo, ha fallito la Fin, che non ha soldi per pagare le opere, ma ha fallito soprattutto la politica della Giunta Alemanno» colpevole, secondo Labur, di un’incapacità nel gestire la vicenda nell’unico interesse dei cittadini.

(abitarearoma.net)