Fiumicino - Il comune di Fiumicino non ha più un teatro. Dopo la chiusura del Traiano, bisogna ‘inventarsele’ un po’ tutte per sensibilizzare le istituzioni e avvicinare i giovani alla magia del sipario. Un’iniziativa interessante è quella dell’istituto Porto Romano che ha deciso di mettere a disposizione, per cinque mattine, il suo auditorium dove andrà in scena una rappresentazione divertente, ma che ha il carattere della denuncia sociale, contro il gioco d’azzardo “Vizi e virtù”. A interpretare la commedia sarà la compagnia “Sulle ali del teatro” e lo farà in una versione dell’opera scritta e diretta dal regista Mario Canale. L’appuntamento è per i giorni 4, 5, 11, 12, 13 marzo (ore 9,30) per i ragazzi, mentre venerdì 14 lo spettacolo sarà riservato alle istituzioni locali. “Come associazione siamo lieti di mettere in scena una rappresentazione per i giovani delle scuole – ha dichiarato il regista Mario Canale -. Il tema trattato è il gioco d’azzardo, una problematica che spesso coinvolge i ragazzi senza che se ne accorgano. La commedia farà capire, in modo leggero, quali sono le ombre e le insidie che si nascondono dentro un mondo fatto di luci e speranze di vincita”. La rappresentazione sarà in lingua italiana, seppur arricchita da forti componenti dialettali partenopee comprensibili a tutti.


L’organizzazione dell’evento è stata possibile grazie all’interessamento del preside della scuola Porto Romano, Francesco Commodo: “È la prima volta che l’istituto apre le porte al teatro e lo facciamo per dare un chiaro messaggio culturale ai cittadini che purtroppo non hanno più un teatro cittadino. L’iniziativa è stata possibile grazie all’impegno della compagnia Sulle ali del teatro e al patrocino dell’assessorato alla Cultura del comune di Fiumicino”. Le scuole che parteciperanno alle matinée sono l’istituto Baffi, la scuola Lido del faro, la Coni Zugna e gli istituti Colombo e G.B. Grassi.


Sinossi: Esiste un confine netto e preciso tra Vizio e Virtù, malaffare e onestà? Quanto vale un’ora di tranquillità? Sono queste le domande che Cristiano, un provincialotto catapultato in città, pone a se stesso ed al mondo che lo circonda. In uno dei quartieri più popolari e antichi di Napoli, a via Mezzo Cannone la strada dell’Università Federico II, c’è il bar “Astra”. Il locale è frequentato da professori e studenti provenienti da tutto il Sud Italia e dalla “fauna locale”, che da sempre vive ai margini della società e della legalità. Il proprietario, Don Antonio un uomo rispettato nel quartiere, è anche tenutario di un circolo culturale che funge da copertura a una vera e propria bisca clandestina. In questo scenario irromperà da una lontana provincia il nipote, spedito a Napoli perché nel paese d’origine è coinvolto in uno scandalo. L’incontro del giovane con questo ambiente rappresenterà, mano a mano che la storia si dipana, la complessità e difficoltà delle nostre società metropolitane. Il crimine messo a servizio della spasmodica ricerca di denaro e di potere.

L’esito della battagli tra “il bene e il male” non avrà vincitori e i personaggi affronteranno con passione e ironia le difficoltà e le scelte della vita. Non sempre quello che è giusto corrisponde a ciò che amiamo e la coerenza, quasi mai, rappresenta integrità morale. La mania di Maria, cameriera al bar Astra, per le medicine ed i medici; la frustrazione della signora Matilde, aristocratica decaduta per colpa del marito defunto e la prosopopea della professoressa Cutolo, si incontreranno e scontreranno con i problemi di Ciro (studente fuori corso non più giovane). La durezza della signora Sara, vera e propria manager della Camorra e la vacuità di Rosina, grande appassionata del gossip. Al centro Cristiano e Rossana, che con il loro amore tenteranno di cambiare il mondo che li circonda, la storia finirà… Nella commedia ci sono citazioni tratte da: “Cirano di Bergerac” di Edmond Rostand, “Il sabato del villaggio” di Giacomo Leopardi, “Quei figuri di tanti anni fa” di Eduardo De Filippo, “Giulio Cesare” di Shakespeare, “1º lettera ai Corinzi” di Paolo di Tarso e “Frammenti in versi” di Saffo.