Fiumicino - Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale emessa dal G.I.P. del Tribunale capitolino nei confronti di 15 persone per traffico e spaccio di sostanze stupefacenti (6 in carcere, 2 ai domiciliari e 7 obblighi di presentazione alla p.g.).

All’esito delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, gli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno smantellato un sodalizio criminale dedito allo smercio di cocaina nella periferia Ovest della Capitale e sul litorale romano. L’organizzazione era promossa e diretta da Z. Bianca (classe 1949), soprannominata “ZIA BIANCA”, che si riforniva stabilmente di droga da C. M. (classe 1952) e G. M. (classe 1962), tutti con numerosi precedenti specifici.

Da quanto emerso dalle intercettazioni telefoniche e ambientali eseguite, i tre sodali – destinatari della misura della custodia cautelare in carcere – commentavano di essere rimasti tra i pochi a operare con “serietà” nel settore, facendo le cose alla “vecchia maniera”, in cui contava la “parola data”.

Essendo agli arresti domiciliari, la Z. aveva stabilito il centro direzionale e operativo dell’associazione nella propria abitazione a Fiumicino (RM), dove intratteneva i contatti con i fornitori e impartiva le disposizioni per le cessioni dello stupefacente e la riscossione dei relativi compensi a S. F. (classe 1957), alla figlia di quest’ultima, M. V. (classe 1981), e a S. C. (classe 1957).

Per tali attività delittuose il Giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere per M, V. e gli arresti domiciliari per le S.. Pur privilegiando gli incontri di persona ai colloqui telefonici, per le conversazioni a distanza era stato condiviso un singolare linguaggio criptico ispirato al mondo della gastronomia, in cui la cocaina diventava, a seconda dei casi, “fettine panate”, “lasagne” e “spaghetti alle vongole”.

Come affermato da Zia Bianca in una conversazione captata: «le telefonate mie e sue sono tutte di mangiate… mai… mai… mai parlato di niente...». Al fine di trovare una valida alternativa al business in corso e compensare la perdita economica derivante dal sequestro di droga nell’ambito di un’operazione di servizio conclusa con l’arresto di un “corriere”, Z, Bianca  “rispolverava” un suo vecchio contatto peruviano per avviare, unitamente a C.M.  e G. M., una trattativa per l’acquisto di narcotico direttamente dal Sud-America a prezzi concorrenziali, che si sarebbe dovuta concretizzare con una prima fornitura di 6 kg di cocaina.

Anche se l’affare non si concludeva, le indagini hanno consentito di individuare i referenti dell’organizzazione peruviana in N. M. W. J, (classe 1978) e H. L. Junior Gabino (classe 1986), nei cui confronti è stata disposta la custodia cautelare in carcere.

Con riferimento a 7 acquirenti di droga, anche loro compiutamente identificati dagli investigatori, il G.I.P. ha disposto, invece, l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli approfondimenti svolti hanno, infine, fatto emergere come 7 indagati percepiscano o abbiano percepito – direttamente o in quanto inclusi nel nucleo familiare dei beneficiari – il “reddito di cittadinanza” o il “reddito di emergenza”; saranno quindi interessati i competenti uffici dell’I.N.P.S. ai fini della sospensione del beneficio economico.

Le azioni di contrasto assicurate nel corso delle indagini, culminate nell’esecuzione dell’odierno provvedimento cautelare, testimoniano l’impegno quotidiano della Procura della Repubblica e delle Fiamme Gialle di Roma nella tutela della legalità e nel contrasto ai traffici illeciti.