Acilia – Sequestri e chiusure: blitz ad Acilia dei caschi bianchi nei negozi etnici sospettati di mettere in commercio alimenti scaduti. Posti sotto sequestro scatolame, prodotti da forno, salse e wurstel, pesce e altri prodotti o a migliaia di false etichette recanti la data di produzione e scadenza degli alimenti.

LE INDAGINI - Erano incappati nei primi controlli quasi per caso gli agenti della Polizia locale di Roma Capitale del X Gruppo Mare di Ostia e Sicurezza Pubblica Emergenziale, diretti dal comandante Antonio Di Maggio. Domenica 7 agosto i vigili erano intenzionati a scoprire i punti dove si rifornivano i venditori abusivi che quotidianamente percorrono le spiagge 
commercializzando bibite, cornetti e ciambelle, patatine fino ai cosiddetti ‘menù etnici’ a base di riso al curry e pollo e constatare come, nei due negozi etnici controllati, fossero messi in vendita ingenti quantitativi di generi alimentari scaduti perché avevano il sospetto di un ulteriore ramo di illeciti nella rivendita ai consumatori di alimenti destinati alla distruzione. Del caso, aveva deciso di farsi carico il prefetto del X Municipio Domenico Vulpiani, che aveva convocato una riunione urgente in municipio allarmato dai possibili rischi sanitari per i cittadini.

IL BLITZ - Questa mattina l’ennesimo blitz. I caschi bianchi sono intervenuti congiuntamente in tre diverse attività commerciali, gestite da cittadini del Bangladesh, di Acilia. Oltre a riscontrare le stesse violazioni che hanno portato al sequestro complessivo di 60 chili di pesce, 75 chili di carne, 90 chili di riso ed oltre 350 chili di generi alimentari quali conserve, pasta e scatolame scaduti, in tutti e tre i controlli è stato riscontrato un metodo definito ‘inquietante’. 



















FALSE ETICHETTE
- In ognuna delle attività commerciali erano infatti presenti migliaia di
etichette adesive, attestanti falsamente il confezionamento ed in alcuni casi la scadenza dei prodotti, indicando date ancora a venire, svelando le tecniche di una frode commerciale nel ramo alimentare che può mettere a serio rischio la salute del consumatore finale. Dalle indagini sulla provenienza della catena di distribuzione e sul fenomeno in genere, che sono tuttora in corso, ciò che trapela è solo preoccupazione, sintomatico infatti che su cinque esercizi controllati negli ultimi giorni tali gestioni illecite si siano registrate nel cento per cento dei casi.