Ostia - Caporal maggiore Giorgio Langella, 31 anni, caduto a Kabul il 26 settembre del 2006. Si era sposato dieci mesi prima ed aveva detto a sua moglie Franca Fabiano che per il suo ritorno, dopo la missione, aveva scelto Ostia per viverci. Emanuela De Francesco, 25 anni, di Acilia, arruolata dal 2007. Li accomuna l’esperienza in Afghanistan; conclusa in maniera tragica per il primo, ancora viva nella mente e nell’animo per la seconda. Ad entrambi, il municipio XIII ha voluto dedicare un momento, un ricordo, ricevendo nell’Aula consiliare Massimo Di Somma, la vedova di Giorgio Langella e la giovane caporal maggiore che proprio in Afghanistan ha effettuato la sua prima esperienza all’estero.

“Per questa Amministrazione - ha affermato molto commosso il presidente Giacomo Vizzani - è doveroso rendere omaggio a due persone che hanno portato così lontano il nome del nostro Paese. Parlando con la vedova Langella - ha proseguito Vizzani - abbiamo riscontrato un certo rammarico per alcune vicissitudini burocratiche per le quali il valore di suo marito, rimasto vittima dell’esplosione di un ordigno, non sia ancora del tutto riconosciuto. Grazie al racconto del giornalista Mirko Polisano, inviato nei Paesi dove sono presenti i nostri militari in missione di pace, abbiamo avuto oggi l’opportunità di conoscere due storie, due persone che è impossibile dimenticare e che ci riempiono di orgoglio. Per noi - ha concluso Vizzani - un profondo senso di riconoscenza, il principio di solidarietà, la stima personale e il ricorda che noi non abbandoniamo nessuno, men che mai in questo caso”.

In precedenza è stato proiettato in aula un reportage in terra afghana di Mirko Polisano e, prima della consegna di due targhe ricordo la vedova Langella e il caporal maggiore Emanuela De Francesco, hanno ringraziato lAmministrazione lidense per la cerimonia.

“Sono molto emozionata - ha affermato la De Francesco - e il mio pensiero va in questo momento a quei ragazzi che sono giù. Lì si vivono emozioni che è impossibile riportare. Bisogna viverle”.

Franca Fabiano, vedova di Giorgio Langella, ottava vittima italiana in Afghanistan, nel ricordare il marito ha parlato di un angelo anche nella vita. “Giorgio credeva nelle missioni che faceva. Amava aiutare gli altri. Nel 2007 ho voluto che il suo nome fosse ancora ricordato ed ha donato all’ospedale pediatrico Bambino Gesù, una macchina salva vita  la rigenerazione delle cellule staminali. La missione di mio marito continua di lassù”.