Le mareggiate di questo inverno sono arrivate a distruggere gravemente le dune. WWF: E’ una Riserva naturale, va lasciata alla natura la possibilità di ripristinare l’ambiente. Non può essere prorogata la convenzione agli attuali gestori come se nulla fosse. Durante le ultime mareggiate le onde di tempesta hanno spazzato la spiaggia di Capocotta intaccando pesantemente le dune.

Questa situazione si ripresenta sempre più grave ogni inverno negli ultimi anni, con la conseguenza che la spiaggia si è sempre più ridotta costringendo i gestori dei chioschi a svolgere parte dell’attività sulle dune.

La spiaggia di Capocotta con le sue dune è area a protezione integrale della Riserva Naturale Statale Litorale Romano, insieme alla spiaggia comunale di Castel Porziano è inoltre Sito di Interesse Comunitario (SIC) e Zona a Protezione Speciale (ZPS): è un gioiello verde da preservare e gestire con la massima cura e attenzione.

Per il WWF, giunti a questo punto è assolutamente necessario chiudere temporaneamente  Capocotta e gestirla finalmente come una vera Riserva Naturale, non rinnovando le convenzioni con gli attuali gestori, così da consentire ai processi naturali la ricostituzione delle dune e dell’arenile. Un’azione di questo tipo deve essere adottata perché qualcuno non ha rispettato i limiti e qualcun altro non ha tutelato a dovere il bene comune, rendendo l’utilizzo della spiaggia non sostenibile.

Dice Rolando Gili, presidente del WWF Litorale Romano: “E’ una scelta difficile, lo sappiamo bene, ma non adottarla significa condannare Capocotta, le sue dune, la splendida macchia mediterranea e, tra non molto, essere costretti a difendere dalle onde la sede stradale. Nei prossimi giorni invieremo la nostra richiesta al Sindaco Alemanno, al quale ricorderemo che il Comune di Roma –che è Ente gestore della Riserva- non ha un piano di gestione per questa importante area, come invece prevede la normativa”.

“E’ naturale che le forti mareggiate riducano la spiaggia e che le più deboli onde estive poi riportino la sabbia” – Dice ancora Gili – “Quello che non è normale è che in una riserva naturale la spiaggia sia tenuta piatta e pulita come un tavolo da biliardo: questo amplifica l’attività distruttrice delle onde che non trovando alcun ostacolo arrivano fino alle dune e in seguito impedisce la fissazione della sabbia che così viene dispersa ad opera del vento. La sabbia sottratta alla duna, infatti, finisce in mare e viene poi gradualmente restituita alla spiaggia. Ogni accenno di ricostituzione delle piccole dune viene però annullato dall’utilizzo della spiaggia e dalla sua pulizia con mezzi meccanizzati, assurda in una Riserva. Così la situazione si aggrava di anno in anno.”

Per il WWF è possibile che il processo erosivo, in questo tratto di litorale, sia anche dovuto a un cambiamento del clima meteo marino o della corrente di deriva, ma le conseguenze sarebbero state ben diverse se il sistema spiaggia-duna fosse stato integro e in grado di reagire. Ormai tutti sono concordi nell’affidare ai sistemi dunali integri e di adeguate dimensioni un ruolo fondamentale nella prevenzione dell’erosione costiera.

Il processo erosivo, quindi, è stato innescato da un’inadeguata gestione dell’ambiente. Per fare un esempio, la prima cosa che i gestori dei chioschi faranno dopo questo disastro sarà rastrellare e appianare accuratamente la spiaggia con mezzi meccanici, in modo che sia perfettamente linda e piana, rimuovendo ogni tronco, ramo o canna e spianando ogni duna embrionale nata al loro riparo: proprio il contrario di quello che si dovrebbe fare secondo il WWF.

E' quanto emerge da un comunicato del WWF Litorale Romano