Roma - «La Legge 296/06 (Finanziaria 2007), che riformò in Italia i canoni demaniali di tutte le imprese turistiche balneari con finalità turistico-ricreativa, all’art. 1 co. 251 prevedeva che le Regioni individuassero, all’interno del proprio territorio, quale “valenza turistica” avesse ciascuna zona, distinguendo, per i canoni da applicare, due categorie: “normale” o “alta” e prevedendo per le seconde un ammontare doppio. La legge stabiliva anche che, in mancanza di classificazione, si applicasse la tariffa più bassa. Non ci risulta che tutte le Regioni italiane abbiano provveduto. Ciò crea un danno per i cittadini e per le casse dello Stato, con conseguente danno erariale», lo affermano in una nota i Radicali Paolo Izzo, scrittore, e Maria Laura Turco, avvocato, i quali ricordano come nel 2014 sia intervenuta una sentenza della Corte dei conti che ha riscontrato gravi lacune a livello normativo regionale.


LA RICHIESTA - «Per questo - proseguono - ieri 18 gennaio abbiamo inviato una richiesta alla Regione Lazio (che nel 2010 ha approvato i criteri per la classificazione delle aree) affinché provveda a individuare nel proprio territorio le aree ricadenti nella categoria ad “alta valenza turistica”, indicando i criteri ai quali ha fatto riferimento per tale classificazione».



IL SECONDO AIUTO - «È il secondo “aiuto” in meno di due settimane che sentiamo di dare alla Regione, a cui abbiamo sollecitato, già dal 18 dicembre dello scorso anno, l’applicazione della Legge regionale 8/15, quella che prevede le spiagge libere al 50% con quelle in concessione. Una prima positiva risposta è arrivata la scorsa settimana dal Presidente Zingaretti, che si è impegnato a provvedere entro la fine del mese. Il nostro dovere di Radicali - concludono Izzo e Turco - è di attivare la democrazia a tutela dei diritti dei cittadini e, anzi, di più: dello Stato di diritto».