Ostia - Vinto il bando MigrArti del Ministero per le Attività e i Beni Culturali nella sezione cinema, il documentario Figli Maestri è stato selezionato per l’omonima sezione della 74ᵃ Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Autori, troupe, produzione e protagonisti (i giovanissimi Mahmud Uddin e Chiara Peng che interpretano se stessi) sono tutti residenti del X Municipio. Il regista è Simone Bucri, classe 1979 di Acilia, esperto di documentario d’arte e ricercatore presso la Cooperativa Ricerca sul Territorio, l’ente che ha progettato e gestisce l’Ecomuseo del Litorale Romano, luogo cardine della storia del nostro territorio.

L’Ecomuseo infatti conserva (e continua a ricercare) la memoria dei luoghi e delle genti di Ostia, Fiumicino e dei quartieri dell’entroterra del X Municipio, fornendo inoltre un prezioso nonché unico strumento di conoscenza per le scuole che vogliono avvicinare la storia e la cultura del nostro territorio, partendo dalla bonifica dei Ravennati di fine Ottocento ad oggi. Di Acilia anche Massimiliano De Cicco, di CIAO onlus, che ha curato la fotografia del documentario. Set del film è proprio il quartiere di Acilia, del quale si riconoscono spesso gli scorci attorno al Parco della Madonnetta e alla Chiesa San Carlo da Sezze, dove ha sede uno dei luoghi fondamentali di Figli Maestri, la scuola di italiano per stranieri Effathà.

Mercoledì 6 settembre alle ore 11.30 e giovedì 7 alle 9.15 il film sarà proiettato all’interno della rassegna MigrArti, seconda edizione del bando voluto dal MiBact divenuto evento collaterale della Mostra di Venezia. Le proiezioni saranno entrambe ospitate alla Sala delPalazzo del Casinò. La premiazione avverrà invece venerdì 8 presso la Sala Taverna dell’Hotel Excelsior alle ore 15.30. Oltre a concorrere per il premio del miglior film tra i selezionati nella sezione cinema di MigrArti, Figli Maestri è anche stato inserito nel concorso di Rai Cinema, che vede in palio un contratto di messa in onda sulle reti Rai.

Al pari degli altri film selezionati, Figli Maestri sarà visibile (e votabile con un click) sulla piattaforma digitale www.raicinemachannel.it dall’8 al 30 settembre. Figli Maestri - Sinossi. Acilia, periferia sud di Roma. Mahmud si sposta per il quartiere a bordo della sua bicicletta, è una giornata di primavera, il sole brilla sull’asfalto di via di Macchia Saponara. Mahmud ha ventuno anni, lavora in un salone di bellezza e ha finalmente deciso di accettare la proposta di suo padre: sposare una ragazza del loro paese, il Bangladesh. Chiara ha quindici anni, pelle color porcellana e occhi allungati che suggeriscono le sue origini orientali. Si muove nello stesso minuscolo spicchio di mondo di Mahmud, ma non sembra doversi recare da nessuna parte. Pare abitare l’ambiente circostante come un’aliena appena sbarcata su uno strano pianeta. Attorno a lei, come l’avvicinarsi roco di un temporale, la voce di sua madre Zixi racconta una storia, la loro storia: quella di una donna che ha vissuto il trauma di non essere stata desiderata, e quella di una bambina, a sua volta rifiutata, che le ha poi salvato la vita.

Sia Mahmud che Chiara, così come i loro genitori, vedono incontrare le proprie traiettorie nella scuola di italiano per stranieri Effathà, aperta a studenti di ogni età e provenienza, dove persino i figli possono trasformarsi in maestri. I due ragazzi sono infatti tra i docenti volontari, mentre mamma Zixi, e papà Mafil tra i tanti studenti. Con il ritmo dell’incedere quotidiano, le due storie non raccontano la parte più esplicita, più visibile e ad oggi sovraesposta del fenomeno della migrazione, ovvero il viaggio, lo sbarco, l’approdo. Ma lo spettatore si trova già spostato in avanti, all’interno di dinamiche famigliari e relazionali consolidate, chiamato a condividere il mutamento o la presa di coscienza di situazioni prevalentemente personali, emotive, a confrontarsi con i protagonisti da pari a pari.

CRT Cooperativa Ricerca sul Territorio. La CRT inizia le proprie attività nel 1978, utilizzando sistematicamente il cinema diretto nel corso delle proprie ricerche sul territorio del Litorale romano e non solo. Il risultato in questi quasi quarant’anni è di notevole portata e conta la produzione di quasi trenta film documentari, la progettazione e la realizzazione dei due poli che compongono il sistema dell’Ecomuseo del Litorale Romano, la creazione di diversi archivi. Paolo Isaja e Maria Pia Melandri, fondatori della Cooperativa, tornano a Venezia in qualità di produttori di questo documentario, dopo essere stati ospiti come autori dei film Iolanda e Rossellini (1995), incentrato sulla figura di Iolanda Benvenuti, vera montatrice del capolavoro neorealista Roma Città Aperta; Tornare a Orgosolo (1997), cronaca del ritorno del maestro Vittorio De Seta sui luoghi del suo celebre Banditi a Orgosolo (Leone d’Argento per l’opera prima nel 1961 a Venezia22); e per Isaja (assieme ad Antonello Proto) con La Cornacchia disse crai (1980), lungometraggio di cinema diretto girato a Tuscania con le ultime venti famiglie rimaste a vivere nella baraccopoli dopo il terremoto del 1971.

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