Ostia - Il catrame che ha invaso le spiagge di Ostia potrebbe non avere un'origine recente. Secondo il Comandante della Capitaneria di Porto di Roma Lorenzo Savarese, si tratta di un fenomeno particolare, bitume misto a vegetazione e alghe, trascinato sul litorale romano in questi giorni, ma fuoriuscito da qualche imbarcazione forse più di un mese fa.

Sul caso la Procura della Repubblica di Roma ha già aperto un fasciscolo contro ignoti per il reato di danno ambientale. In attesa dei risultati delle analisi che l'Arpa Lazio ha effettuato sulla sostanza rinvenuta sulle spiagge di Ostia ponente, gli uomini della guardia costiera di Fiumicino hanno già messo in campo tutte le dovute contromisure.

L'indagine in primis, che si sta svolgendo con l'ausilio delle immagini satellitari dell'Emsa, l'agenzia europea per la sicurezza marittima, per rintracciare eventuali navi che abbiano sversato il liquido inquinante durante il loro passaggio al largo di Ostia. "Abbiamo potenziato tutti i controlli, monitorato fiumi e canali di bonifica per scoprire l'origine della marea nera. – assicura Savarese – ogni mezzo a disposizione è operativo per tutelare la salute dei cittadini e le risorse turistiche del litorale di Roma", aggiunge. Intanto agli stabilimenti balneari non è rimasto altro da fare che ripulire le spiagge da soli.

Il problema però restano i sacchi di rifiuti speciali, riempiti con il misterioso catrame, tutto ancora da analizzare, che non possono essere smaltiti in modo convenzionale. L'inquinamento e la salute delle acque restano comunque una priorità per Savarese che ha disposto una serie di controlli sia in mare che nella filiera della pesca.

"Le risorse ittiche si stanno esaurendo quindi il pesce sempre più spesso viene importato dall'estero. Non si sa con quali modalità a volte", sottolinea il comandante. Solo ieri in due ristoranti del centro di Roma gli uomini della Capitaneria di Porto hanno scoperto notevoli quantità di pesce surgelato ma scaduto da tre mesi: i locali sono stati multati.

Chiusi invece un ristorante cinese e giapponese sempre nella Capitale in zona Esquilino, che spacciavano pesce congelato per fresco. In tre mesi di controlli il bilancio è di tutto rispetto: 128 controlli, 56 sanzioni amministrative e 10 penali per oltre 80mila euro di multe, 37 sequestri per un totale di circa due tonnellate di pesce. In zona Palestrina invece i guardia-coste hanno scoperto una discarica abusiva di oltre 250 chili di amianto a ridosso del Tevere.