Roma – «Mentre i volontari animalisti si prodigano da giorni e giorni nelle zone colpite dal terremoto per fornire assistenza veterinaria, acqua, cibo, agli animali di ogni specie, che a volte rappresentano l'unico riferimento affettivo di chi è sfuggito alle scosse, rimaniamo sbigottiti ed increduli che ancora ci sia in questo Paese, in questa regione, chi è uscito di casa imbracciando il fucile per uccidere esseri viventi per divertimento». Lo dichiara Annamaria Procacci, consigliera nazionale di Enpa e responsabile, per conto dell'associazione, dell'Ufficio Fauna Selvatica.

«Questo è avvenuto, ieri, primo settembre, perché il rituale feroce della caccia, addirittura anticipata, tutto dimentica - le ferite d'Italia e lo sfascio ambientale, la crisi della biodiversità e gli incendi, la siccità e, naturalmente, il dolore degli animali -; le regole sulla tutela della fauna volute dall'Unione Europea e dalle nostre stesse leggi, violate dai calendari venatori regionali: dov'è il Piano Faunistico Venatorio della Regione Lazio,atteso da tanti anni? Nulla di fatto. Invece", prosegue Procacci, "anche quest'anno la nostra, come molte altre amministrazioni regionali, sembra aver prestato grande ascolto alle richieste del mondo venatorio, ignorando le urgenze ambientali, la volontà della stragrande maggioranza dei cittadini, la crescita culturale della società civile. Mentre le doppiette ieri, primo settembre, andavano alla guerra contro la natura, il Papa bollava chi colpisce e distrugge il Pianeta e poneva al mondo cattolico il dovere di prendersi cura degli altri esseri viventi. Ma il rumore degli spari, si sa, può coprire ogni richiamo e il grido di dolore di Madre Terra».